Roma, mattina presto, beh presto per Roma.. 9,30-10...
Piazza Colonna, Montecitorio, Senato, Camera... in giro.
Guardo, ascolto e mi sembrano tutti matti.
Parlano al cellulare come se il mondo senza di loro crollasse, raccolgono inchini dei soliti portaborse, si guardano intorno come Ornella Muti nell'ultimo spot, con la speranza di essere riconosciuti... dive deluse.
Oppure vanno in giro a due a due e si consolano a vicenda dichiarandosi accordo totale.
Forse non ho voglia di essere qui.
Forse vorrei che per un attimo di fermassero e cercassero di capire che cosa stanno facendo.
Per fortuna ci sono i turisti, in maniche corte, si guardano attorno felici come bambini (non capiscono l'italiano, beati loro), ignari di essere circondati da così tanta tristezza.
"Arrivederci e buon lavoro... ciao".
"Ti posso dire una cosa?"
"Ma ti rendi conto che lui non ha capito che rischi corriamo?"
"Sono così stanca, oddio sempre in giro così..."
Galleria Sordi, passano di qui... prima, ma prima di che?
Sono così lontani dalla vita reale, dalle persone, che mi fanno quasi paura. Costruzioni autoportanti che crollano alla prima folata di vento, al primo "sgambetto", sorrisi finti al limone sotto vestiti perfetti e parrucchieri impeccabili.
"Oddio ieri non ho fatto in tempo a fare la manicure, vedi sono sempre di corsa... ho troppe cose da fare e poi... i miei collaboratori... un disastro, credimi".
E la gente? La gente passa, va e torna dal lavoro, quello vero, quello che non arriva a fine mese... non c'è più pane?
"Che mangino brioche!"
Ma è così ovunque oppure la nostra italietta è proprio alla frutta?
Altro giro altra corsa... ma io vorrei un paese diverso, non voglio restare su questa giostra!