Finestra con vista
Non e` una “storia dell'e-government in Italia”: tanto e` stato detto e tanto scritto in proposito e internet “tiene traccia” di tutto (attenzione: tiene traccia proprio di tutto).
Vorrei invece cercare di vedere se e` cambiato qualcosa e che cosa e, per una volta, non dal punto di vista del cittadino o di chi lo governa, ma dal punto di vista di chi sta dietro le quinte dell'e-government, ovvero di chi, come me e molti altri miei amici e colleghi, non e` politico e non decide in che direzione andare, ma stando vicino alla politica e ai luoghi in cui le decisioni vengono prese avendo quindi una visione da una finestra con un'angolatura particolare su quello che succede.
Premesso che le tecnologie sono un mezzo e non un fine, la “e” davanti a qualsiasi parola serve ancora? La governance, il government, la democracy ... hanno davvero bisogno di una “e” davanti per avere valore?
Credo che il giorno in cui non si usera` piu` sara` il giorno in cui la “e” sara` stata davvero adottata e “metabolizzata” dalla Pubblica Amministrazione.
Dal Piano ai Progetti, dal bando all'avviso
Il Piano di Azione per l'e-government e` stato adottato nel giugno 2000, e, con Decreto del Settembre 2000, Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e` istituita l’Unita` permanente per l’elaborazione della strategia di “e-government” alla quale sono attribuiti i compiti di formulare la visione ed elaborare e gestire la strategia per l'e-government, con particolare riguardo agli aspetti di interoperabilita` e integrazione delle amministrazioni locali tra loro e con quelle centrali, e con l’obiettivo di garantire l’unitarieta` e la fruibilita`, per cittadini e imprese, dei servizi del sistema informativo integrato del Paese.
L'unita` strategica si articola in:
- Comitato di indirizzo che adotta tutte le iniziative volte alla formulazione della visione e l'elaborazione degli indirizzi strategici per l'approvazione delle principali azioni volte alla definizione del programma di lavoro e ad assicurare il coinvolgimento delle Amministrazioni nella realizzazione del Piano di Azione;
- Comitato di esperti con il compito di individuare, analizzare e proporre le iniziative a sostegno dell'elaborazione e della esecuzione del Piano d'azione, nonché con il compito di effettuare approfondimenti e studi finalizzati alla individuazione delle soluzioni tecniche da adottare, avvalendosi anche di risorse professionali esterne per la gestione operativa ed il coordinamento del piano di breve periodo.
I finanziamenti del Piano arrivano anche dai proventi della gara UMTS e il Comitato di indirizzo predispone una prima bozza del bando che non vede mai la luce perché, nel frattempo si avvicina la campagna elettorale per il governo del Paese (Giugno 2001).
Si insedia il Ministro Stanca che istituisce il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie che prende in carico le tematiche dell'e-government.
Il bando per il “Piano di Azione” diventa un avviso per finanziare “progetti”, i progetti vengono presentati e valutati da una Commissione di Valutazione (prevista dal DMCM 14 febbraio 2002, art. 3 comma 4) che decide l'assegnazione dei 120 milioni di Euro stanziati dal Governo per il co-finanziamento - fino al 50 per cento dell'ammontare di spesa previsto - dei progetti di e-government presentati da Regioni, Province, Comuni e Comunità montane. In totale, il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie ha ricevuto 415 proposte di progetto, inviate via e-mail (e autenticate con firma digitale) presso le caselle di posta elettronica certificata appositamente attivate.
Si passa quindi dall'idea di finanziare un Piano con bando a quella di finanziare Progetti con un avviso.
e-adesso?
Saltiamo qualche passaggio (come dicevo, chi ha pazienza e voglia può reperire su internet tutta la storia in tutti i suoi dettagli visti da nord e da sud, da ovest e da est ) e arriviamo al 2007: che cosa succede oggi?
Quali altri finanziamenti ci sono a disposizione dell'innovazione nella Pubblica Amministrazione?
La legge finanziaria 2007 (Legge 23 dicembre 2006, n. 296 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”) propone una serie di contributi per la Società dell'informazione e in particolare i commi 892, 893, 894 e 895 (ma non solo ):
- 892. (Contributo per la realizzazione dei progetti per la società dell’informazione) Al fine di estendere e sostenere in tutto il territorio nazionale la realizzazione di progetti per la società dell'informazione, è autorizzata una spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Con decreto di natura non regolamentare, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali per gli interventi relativi alle regioni e agli enti locali, individua le azioni da realizzare sul territorio nazionale, le aree destinatarie della sperimentazione e le modalità operative e di gestione di tali progetti.
- 893. (Istituzione di un Fondo per il sostegno agli investimenti per l'innovazione negli enti locali) È istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un apposito fondo, denominato «Fondo per il sostegno agli investimenti per l'innovazione negli enti locali», con una dotazione finanziaria pari a 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Il Fondo finanzia progetti degli enti locali relativi agli interventi di digitalizzazione dell'attività amministrativa, in particolare per quanto riguarda i procedimenti di diretto interesse dei cittadini e delle imprese.
- 894. (Criteri di distribuzione del Fondo per il sostegno agli investimenti per l'innovazione negli enti locali) Con successivo decreto dei Ministri per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione e per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, previo parere della Commissione permanente per l'innovazione tecnologica nelle regioni e negli enti locali di cui all'articolo 14, comma 3-bis, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, vengono stabiliti i criteri di distribuzione ed erogazione del Fondo di cui al comma 893.
- 895. (Priorità dei progetti da finanziare) Nella valutazione dei progetti da finanziare, di cui al comma 892, è data priorità a quelli che utilizzano o sviluppano applicazioni software a codice aperto. I codici sorgente, gli eseguibili e la documentazione dei software sviluppati sono mantenuti in un ambiente di sviluppo cooperativo, situato in un web individuato dal Ministero per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione al fine di poter essere visibili e riutilizzabili.
Sui commi 892 e 895 non sono reperibili informazioni ufficiali, almeno non su internet, sui commi 893 e 894 è invece partito il Programma ELISA: Enti Locali Innovazione di Sistema sul sito www.programmaelisa.it si trovano, tra l'altro, il Decreto del Ministro Lanzillotta, l'Avviso e la Guida.
Un altro avviso?
Che cosa è cambiato allora?
È un avviso, ma diverso nei modi e nei risultati attesi, vediamo come e perché.
Che cosa non cambia
- si parla di quindici milioni di euro: poca roba quindi, come sempre...
- si parla di finanziamenti agli Enti Locali
- si parla di co-finanziamento massimo del 50 %
Diverso come allora?- si parla di cofinanziamento minimo di un milione e mezzo
- si parla quindi di progetti del valore minimo di tre milioni
- deve essere attestata la coerenza dei progetti presentati rispetto alla programmazione regionale
Che cosa garantiscono questi parametri?
Prima di tutto le aggregazioni: devono vedere una squadra ben affiatata, con compiti e ruoli chiari e ben definiti.
I progetti devono avere obiettivi misurabili, raggiungibili, sostenibili e visibili, il tutto condito dalla benedizione delle Regioni.
Vi pare poco?
e-poi?
Qui potrebbe venire il bello.
L'Avviso del Programma ELISA, così come è congegnato, sta dando i suoi frutti: le associazioni (ANCI, UPI, UNCEM, CISIS) stanno lavorando alla concertazione di obiettivi da raggiungere, stanno definendo le regole della cooperazione tra enti, stanno operando non più nell'ottica della mera spartizione di risorse tra livelli istituzionali ma finalmente con l'obiettivo di produrre risultati, tangibili, duraturi e soprattutto riusabili visto che, come scherzosamente ma giustamente diceva il Ministro Nicolais, non ha senso parlare di riuso se non si è mai usata una soluzione.
Allora gli sviluppi potrebbero essere diversi:
- i temi degli interventi si concordano tra Dipartimento Affari Regionali, Regioni ed Enti Locali al tavolo della Commissione Permanente sull'innovazione tecnologica
- le aggregazioni si discutono e concertano nelle associazioni e tra le associazioni
- il riuso è previsto in fase di progettazione
- i progetti, diventano davvero “progetti Paese”
e-basta?
Che sia davvero a una svolta?
Che si possa davvero cambiare?
Che si possa fare a meno di avvisi e bandi?
Che si passi davvero a un davvero nuovo “e-basta”?